sabato 7 novembre 2020

Sono come sono, e va bene così!

 

Sono come sono, e va bene così

Questa settimana, tra zone colorate più o meno variamente, e con la seconda ondata sempre più diffusa, abbiamo finalmente raggiunto un obiettivo che non pareva più tanto a portata di mano, tanto da avere provocato anche accuse di inopportunità per il momento (e chi parla di inopportunità farebbe bene a ricordare quanto sia stata rinviata questa approvazione, e quanto strumentalmente…); in parlamento è stata approvata la legge di contrasto all'omofobia, transfobia, misoginia!

Tra le altre misure, è stata istituita per le scuole la giornata del 17 maggio (recependo ciò che viene fatto dal 2004 in tutti gli altri paesi, a seguito dell’istituzione da parte dell’Onu) come occasione anche in Italia per poter finalmente parlare di orientamenti sessuali e di rispetto.

Proviamo un momento a pensare: quante volte, nelle classi, vediamo quotidianamente insultare un compagno o una compagna? Quante volte vediamo i ragazzi riprodurre il modello violentemente maschilista che vivono a casa, basato sulla sopraffazione come unico elemento di forza nei rapporti? Quante volte sentiamo brandire come un’arma una normalità presunta che non è altro che quella maggioritaria, ma non è mai stata e non sarà l’unica normalità: è arrivato il momento di dire una volta per tutte che nessuno contesta la normalità del modello prevalente eterosessuale/cattolico/matrimoniale, ma non si può più negare che anche gli altri modelli, che esistono dall’epoca delle prime civilizzazioni (sarà bene ricordarlo) sono anche loro normali, e non storture da correggere. E’ compito nostro, specie di chi come noi si trova davanti ragazze e ragazzi nell’epoca della definizione dell’identità sessuale, fare in modo di far sentire che in amore tutto è lecito, tranne ciò che si basa sulla violenza: è compito nostro riuscire a fare in  modo che ogni ragazza o ragazzo che senta un’attrazione diversa dal modello prevalente, possa avere serenità tale da poter dire alla propria famiglia: sono come sono, e va bene così!

A questo proposito ci viene in mente un'attività fatta con i nostri ragazzi e ragazze qualche anno fa, proprio sull'identità. Ognuno di loro doveva rappresentarsi come un'imbarcazione, spiegandone il perché.

Il passaggio successivo era quello di inserire nel disegno chi o cosa rappresentasse la scialuppa di salvataggio, chi o cosa la mareggiata, chi o cosa il porto. Questo fu il pretesto per parlare di sé stessi,  e non solo, ma anche di quali fossero i propri punti di riferimento e quelle che invece erano motivo di turbamento e insicurezza.

Crediamo che sia nostro compito quello di far sentire tutti ma proprio tutti, al sicuro  nelle nostre aule, percependo la scuola come luogo nel quale ognuno possa esprimersi e sentirsi cio che è!


Un ringraziamento particolare alla nostra little sister Marina Ruggiero insieme alla quale abbiamo realizzato questa attività!

Consigli di lettura:  "Parità in pillole" di Irene Facheris, edito da Rizzoli









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