venerdì 29 gennaio 2021

Andare verso non è questione di abbracci

 


 

 Andare verso non è questione di abbracci; è questione di esempio, di voglia, di disposizione.

Come abbiamo detto più volte, il docente è una guida, che mostra territori a lei/lui già conosciuti a bambini e ragazzi, per dargli modo di ripercorrerli anche da soli, successivamente. 

In molte regioni, questa settimana è stata quella del ritorno in presenza, sebbene per noi della Campania sia stato in forza di una sentenza del Tar, e non certo per specifico sforzo organizzativo dell'amministrazione regionale, che anzi ha preferito lasciare alle singole scuole la responsabilità di organizzare modi e tempi affidando a delle "raccomandazioni" quelle che invece speravamo fosse un piano organico e condiviso

Siamo tornati, dicevamo, pieni di voglia di rivedere dal vivo gli occhi dei nostri ragazzi, pieni di voglia di ascoltare quello che hanno da esprimere, generazione Z che nonostante sia indicata con l'ultima lettera dell'alfabeto, è la prima a dover crescere non solo inventandosi il futuro, ma a dover lottare anche per un presente non troppo angosciato; e per noi adulti? che scuola pensavamo di ritrovare? che dialogo volevamo riprendere? che ruolo volevamo darci? non siamo stati tutti contenti, di tornare fuori, in aule improvvisamente pericolose come potenziale quotidiano, e non più episodico..però siamo guide, e sebbene ovviamente anche per noi sia la prima volta che "esploriamo" una pandemia, non è certo ignoto, specie per noi del Sud, il compito di continuare lo stesso, come durante il terremoto, adattando alle circostanze orari, abitudini, comodità... 

Certo, ci ha messo tristezza la voglia di molti di iniziare, come tanti in questo Paese fermo con le quattro frecce, convinto che basti dare segnale apparente per giustificare la propria pigrizia, da una proibizione: per molti, la cosa importante è stata vietare ai ragazzi la pausa di merenda, chiedendo prima di tutto di rinunciare a qualcosa, come se non stessero già rinunciando quasi a tutto, in questi mesi; abbiamo pensato che in nome della sicurezza potevamo senza problemi dire ai ragazzi: state con noi per cinque ore di seguito, ma senza mangiare mai...come se a noi prima di accoglierci in doppi turni nelle scuole rimaste integre ci avessero chiesto di venire digiuni, o come se nell'affrontare un cammino, fosse la proibizione  di fare pause lungo il tragitto la cosa più importante da chiarire...

Poi però siamo entrati in classe, e abbiamo trovato ragazzi sorridenti, ragazzi spaventati, ragazzi tristi, e ci siamo riuniti, abbiamo parlato, cercato di aprire di nuovo le porte, provato a fargli tirare fuori quei pesi che hanno, ma a volte non sanno come dirlo, abbiamo provato a spiegargli che a volte, è bello anche piangere, insieme, perchè gli amici condividono tutto, mica solo le risate, e si rafforzano scambiandosi racconti, modi, nuove famiglie, perchè per i ragazzi la famiglia non è solo questione di sangue, ma di esperienze comuni, di età vicine, di voglie simili, o diverse, da esplorare l'un l'altro... Abbiamo trovato la vita, che pulsa ancora, e non sarà mica qualche divieto a fermare la loro voglia di tornare a camminare insieme 

 

 


 

domenica 24 gennaio 2021

Memoria del bene

 Troverò la forza di ricordare nello sguardo di ogni persona oppressa per il solo fatto di esistere, e ripeterò, perché non si sentano vittoriosi, mai:

Quelli sbagliati siete voi

Il male esiste, ma non è innato nell'uomo: quello che abbiamo di innato è la volontà, ma tanti preferiscono aderire alla volontà di chi pare superiore, e invece ha solo più forza nella propria volontà 

ma se abitueremo i nostri ragazzi all'idea che c'è sempre, da parte di singoli e di gruppi, altrettanta forza nella volontà positiva, cresceremo persone rispettose, non per timore ma per scelta

Coltivare la memoria non serve a cancellare quanto accaduto, ma ad instillare in ogni mente il dubbio, la possibilità di farsi delle domande.

Il tema della memoria e dell'Olocausto è un tema delicato da affrontare con i ragazzi e le ragazze, da maneggiare con cura

Di solito partiamo dalla lettura di albi illustrati, ad esempio uno meraviglioso è  " L'albero di Anne", da lettura di documenti, visione di filmati, di incontri con testimoni, che diventano sempre più preziosi, dato che il tempo passa...  e cerchiamo insieme di porci delle domande, e credeteci le domande dei ragazzi ti inchiodano nella loro semplicità, "Come è potuto accadere?, come hanno lasciato che accadesse?"

 questa, è la risposta più importante che dobbiamo loro

la libertà è nella scelta, la responsabilità è nel rendere in grado di scegliere, e non seguire...

 

 

dai lavori dello scorso anno: L'aspetto del creare .....dal punto di vista manuale









sabato 16 gennaio 2021

Firenze, o cara

 


 

 

 

 Nella storia, in particolare del nostro Paese, i momenti e i progressi migliori si raggiungono quando si pensa (e si agisce) come comunità.

Una comunità ha naturalmente a cuore, e si prende cura nel modo migliore di quello che rappresenta il proprio futuro: i bambini, i ragazzi e tutti i giovani che possano dare alla comunità in ragione di ciò che hanno ricevuto.

Una comunità è davvero tale, quando affida la guida a chi ritiene più capace, non se segue più o meno di malavoglia il pensiero del capo, che concede, in nome della protezione collettiva, pezzi di apparente libertà che invece nasconde il più facile immobilismo: chiudere alla frequenza in presenza è l'approccio più veloce e facile da gestire

La sfida sarebbe stata pianificare modelli organizzativi in grado di garantire una frequenza in reale sicurezza. utilizzando un pò d'immaginazione e creatività, già ascolto le obiezioni dei più che rispondono: ma come si fa? siete mai entrati in una scuola?  Certo che ci siamo entrati, anzi noi la viviamo sulla nostra pelle e sulla pelle dei nostri ragazzi.

Ci chiediamo il perché la soluzione più facile in Campania sia stata quella di chiudere: Punto.

Ci chiediamo perché presidi e docenti siano stati lasciati soli a lambiccarsi il cervello su 

argomenti e azioni che diciamo la verità, non era nemmeno di loro competenza.

E perché invece di fare proclami, non sono stati inviati nelle scuole esperti a supporto della progettazione di modelli e scenari altri?

Probabilmente nessuno risponderà a queste domande.

Adesso cosa resta? 

Ci siamo noi, comunità educante, e loro, i nostri ragazzi e ragazze.

Costretti a vivere un'emergenza che sta diventando la nostra quotidianità, e alla quale forse ci stiamo abituando o peggio ancora, rassegnando...

Ogni giorno quindi la domanda è: Da dove dobbiamo ripartire? Come fare non perdere la nostra ISPIRAZIONE?

Forse proprio da noi stessi

NOI NON CI ARRENDIAMO! vogliamo, in Campania, quello che in Toscana hanno già realizzato, anzi, vogliamo collegarci con loro, per imparare quello che secoli di mezzadria li ha abituati a fare: collaborare (tutti) per il bene della comunità 

Ps: con un abbraccio particolare a Iacopo Melio, che non vediamo l'ora di sapere guarito e all'opera in salti altissimi e ringraziamenti ad Alessandra Nardini, per aver dimostrato, da giovane donna impegnata, che ciò che ricevi, lo vuoi rendere, alla tua comunità

sabato 9 gennaio 2021

Storie intorno al focolare elettronico

https://soundcloud.com/user-42254042/michele

https://soundcloud.com/user-42254042/zaino-di-michele-2-ottobre 


 L'inverno è il tempo del raccoglimento e dell'attesa; se la terra, inzuppata dalla pioggia, si raccoglie a proteggere i semi in attesa del loro sviluppo, anche a noi tocca raccoglierci ed attendere, in questo inverno ombroso che sembra allungarsi, invece che mostrare più luce

Possiamo però, usare il focolare elettronico della rete, per scambiare storie, che ci aiutino, ci ispirino, ci trasmettano, ci formino... 

A cosa serva leggere ad alta voce in una classe lo ha detto perfettamente una collega che molti di noi stimano e seguono (qui di seguito trovate il link al suo blog, dove presenta proprio una serie di attività da mettere in atto con i ragazzi: http://dragoniprof.blogspot.com/); a noi piace condividere con voi il piacere di ascoltare, e la voglia travolgente che prende chiunque ascolti una storia, di continuarla e cercarla per poterla leggere per conto proprio. 

Abbiamo pensato di riproporre, da qui, un'attività che abbiamo fatto in passato nelle aule, per spingere anche i ragazzi meno appassionati a leggere, e a parlarne, dopo aver letto; 

partiamo da un libro che per noi è una vera e propria garanzia, e che ha sempre "agganciato" anche i ragazzi più cinicamente lontani dalla lettura... si tratta di una raccolta di lettere 

"Ciao, tu", tenuto da due degli autori più bravi di letteratura per ragazzi: Beatrice Masini e Roberto Piumini. 

Per gli alunni di seconda e terza media sarà un modo di ritrovarsi, e di sentire meno forte la solitudine, e la sensazione di calma trasmessa dall'ascolto di voci che leggono per te, siamo sicuri servirà, come quando da piccoli li aiutavamo a scivolare nel sonno senza paure, mentre li accompagnavamo con fiabe e favole. 

La lettura ad alta voce dell'insegnante, anche a distanza, serve ad entrare in un testo, immergendosi nell'ascolto, catalizzando l'attenzione e lasciando liberi i ragazzi di immaginare, superando anche le eventuali difficoltà di lettura, crea comunità, e il focolare elettronico intende momentaneamente sopperire al cerchio di lettura.

"Ciao, tu" (Indovinami, scoprimi, sappimi) letto a due voci, trasporta chi ascolta nel mondo di Michele e Viola, che pian piano sveleranno aspetti inediti di loro stessi attraverso una serie di lettere e indizi, fino a condurli a...no spoiler 

Buon ascolto

https://soundcloud.com/user-42254042/zaino-di-michele-2-ottobre

https://soundcloud.com/user-42254042/michele




venerdì 1 gennaio 2021

Innumerevoli domani

Inizia un nuovo anno, che porta con sé l'idea di rinnovamento, e già questo sembra un buon auspicio; è iniziata la campagna di vaccinazione europea, ...il tunnel è ancora lungo, ma davvero pare di vedere un barlume di luce, in fondo

Noi siamo abituati, a creare e costruire, ogni giorno: non sappiamo quanti di voi ci hanno mai pensato, ma gli insegnanti sono, insieme a medici e magistrati, la categoria di lavoratori che hanno il maggior impatto sulla vita delle altre persone; la differenza sta nel fatto che medici e magistrati agiscono per riparare e correggere qualcosa che già esiste, mentre noi contribuiamo a costruire la personalità, i modi di stare con gli altri, il modo di articolare i pensieri stessi. Siamo guide, per i ragazzi, in territori che ci piace mostrargli per indicare l'orizzonte infinito delle possibilità, e per incoraggiare le loro facoltà di scelte, che davvero ci rendono donne e uomini liberi e completi

Abbiamo voglia di riprendere questo cammino, e siamo pronti a ripartire conducendo in gruppo i ragazzi, senza troppo timore che non sia la voglia fin troppo presente e pressante che vediamo già di tornare alla vita di prima, compresi tutti i confini, che invece hanno senso solo se sono una frontiera da spostare sempre, più in avanti e più in alto.

Noi siamo "inconsapevoli" costruttori di futuro, e anche se oggi sembra difficile immaginare da qui a una settimana, continuiamo a farlo ciascuno a suo modo, a volte la strada non è tracciata ma prende forma nelle relazioni che instauriamo nel cammino stesso, si sostanzia nei gesti e nella cura che dedichiamo ad essa e a quelli che incontriamo.

La strada, quando ci mettiamo "in viaggio", non la conosciamo e forse "non c'è" ma sappiamo che va tracciata  e percorsa, a dispetto della paura,  perché la strada è possibilità e apertura al nuovo.

A volte agiamo per intuizione, altre per ispirazione, altre ancora perché leggiamo un bisogno, ma intraprendere il viaggio insieme è necessario, perché la strada che costruiamo apre a "innumerevoli domani" e alla speranza.

Ringraziamo Francesca Postiglione, "incontro fortunato" che ha contribuito con la sua scienza ad ampliare i nostri orizzonti, che oggi ci ha "donato " questa poesia e ci ha fatto riflettere sul senso più profondo dell'essere docente.


         "La strada non c'è.

Da qui in poi, speranza.

Mi manca il respiro,

da qui in poi, speranza.

Se la strada non c'è,

la costruisco mentre procedo.

Da qui in poi, storia.

Storia non come passato,

ma come tutto ciò che è.

Dal futuro,

dai suoi pericoli,

alla mia vita presente,

fino all'ignoto che segue,

all'oscurità che segue.

Oscurità 

è solo assenza di luce.

Da qui in poi, speranza.

La strada non c'è.

Perciò 

la costruisco mentre procedo.

Ecco la strada.

Ecco la strada, e porta con sé, impeccabili, 

innumerevoli domani".

(Ko Un)





Facciamo rumore

         Facciamo rumore , per ogni donna che muore facciamo rumore , perché morire a vent'anni è uno scandalo assoluto,  ma  anche aves...