Se io guardo te, e tu guardi me, riusciamo a vederci?
la distanza tra noi del vetro che ci copre, lascia passare lo sguardo, o resta specchio
che riflette in me l'idea cattiva che ho delle tue ferite?
e se avvicino al vetro i miei graffi, smetteranno di pulsare, o torneranno a sanguinare,
come i giorni bui nei quali fuori non vedi altro che nuvole radianti e lampi che sembrano
cadere per inseguirti?
se cerco dentro di me, troverò solo ovatta, o cascate, e foreste, e pozze, e mare, che non so
se tentare di attraversare?
chi sei tu? chi sono io?
mostri gonfiati dal rancore e dal disprezzo, o puledri in cerca di direzione?
e se tendo le mani attraverso lo specchio, mi riconoscerai?
sono una persona, e cerco la felicità, qui e ora
e tu, cosa cerchi?
ti rincorro, tu respingi, e io che rimbalzo sul tuo muro di gomma,
intravedo e sogno quello che c'è oltre l'apparente indifferenza,
e quello che ho intravisto e sognato, tanto tempo fa.
chi sono stato io? chi sarai tu?
durante questo viaggio, ci incontreremo a metà strada, senza falsi pudori,
cercando di essere sinceri
io ricordando, tu immaginando
in realtà non siamo così distanti, non è molto diverso quello che abbiamo dentro;
io sono stato, tu sarai,
tu sei vetro, io sono specchio.