Il disagio di fronte ad una realtà che non ci piace e nella quale non ci sentiamo a posto, mai, specie in un momento folle come quello che stiamo vivendo è qualcosa al quale tutti reagiamo cercando evasioni, che siano con la fantasia o con la pratica effettiva è secondario;
ogni generazione ha il suo peculiare modo, e ogni generazione ha scelto il proprio media d'elezione per fare queste fughe... se ci pensiamo, se per le generazioni del boom era tipico rifugiarsi in un libro o in un film, che spesso cambiava letteralmente il proprio modo di pensare e vedere le cose, per noi generazione x è cominciata l'esplorazione di mondi altri, che non avessero nemmeno la parvenza di una esistenza fisica: ricordate quanta passione abbiamo messo nella creazione di second life, e nella costruzione di avatar che ci lasciassero liberi di spogliarci delle maschere nelle quali ci sentivamo intrappolati dalla società, e padroni di creare e vivere nuove identità, e cosa erano, se non esplorazioni di mondi altri, le nostre prime e sempre più coinvolte partite ai videogiochi, nei quali ritrovavamo corpo alle fantasie che prima non riuscivamo a trovare rappresentate, se non in forma accennata, e non sempre adeguata?
per i millenials ( o generazione Y, come vi piace di più), infatti, la partenza dal mondo digitale diventava qualcosa di più e di altro che semplice fatto ludico, e i sims erano veri e propri specchi nei quali riflettersi e sentirsi finalmente padroni di un mondo
la generazione z, invece, dà per scontato il mondo digitale (la ormai trita definizione di nativi digitali..), e sceglie innanzitutto di autorappresentarsi: sentono, i nostri ragazzi, di aver bisogno di essere visti, ma con una regia vera e propria, rappresentandosi in delle storie che possano essere riferimento comune, fonte di ispirazione, simbolo di capacità di successo legata all'immagine giusta...la rete, per loro, è davvero come l'acqua per i pesci, e si stupiscono del nostro stupore. Tuttavia, la rete non è certo il paradiso, e dobbiamo essere capaci di dare sempre ai nostri ragazzi gli strumenti per affrontare in maniera consapevole la navigazione...in questa settimana, abbiamo infatti celebrato il safer internet day, e in molti tra noi si sono chiesti come poter affrontare il discorso con i ragazzi senza sembrare elefanti che pretendano di spiegare ai topolini come rosicchiare il formaggio...da questo punto di vista, condividiamo come sempre con voi le esperienze positive: innanzitutto il nostro amato manifesto della comunicazione non ostile, che non a caso inizia proprio con "Virtuale è reale", creato com'è da persone che quei mondi li hanno esplorati a fondo, e sono ottimi spunti per iniziare attività in aula (o online, in dad, nel frattempo le loro attività sono state aggiornate al tempo della dad...)
Martedì abbiamo partecipato con le terze al seminario online sulle fake news di generazioni connesse, ed è stato molto molto interessante notare come l'educazione tra pari (il seminario era condotto da ragazzi delle superiori) sia un canale ottimo, di condivisione e anche un modo per proiettarsi nel futuro.
Il grado di consapevolezza di sé stessi e del proprio "successo" viene molto mediato dal successo che si ha online E' un gioco di rispecchiamento di se', alla ricerca spasmodica di una identità che molte volte non è autentica, ma proiezione di un se' ideale.
In classe, abbiamo provato a proporre ai ragazzi un'attività che li facesse riflettere su quanto l’uso dello smartphone influenzi i loro comportamenti e lo stare con gli altri
Quando abbiamo chiesto ai ragazzi quali fossero le situazioni e i momenti in cui l'uso dello smartphone fosse opportuno e quali no, annotando alla lavagna le loro risposte in "va bene", "può anche andare", "non va bene" hanno risposto in maniera ineccepibile.
La realtà purtroppo è ben altra, infatti la proposta dell'attività era scaturita da un evento spiacevole accaduto in classe che aveva dimostrato l'esatto contrario: un uso del tutto inappropriato, anzi direi smodato dello smartphone.
Numerose domande sono aperte: perché per essere me stesso, devo attraversare il cyberspazio? e come devono essere equipaggiati i nostri ragazzi e ragazze per evitare di disgregarsi e frantumare la propria identità nel passaggio attraverso il caos della rete?
crescita