In questi giorni cupi e freddi, nelle aule è frequente la voglia di parlare dell'attualità: "prof, ma
che succederà?"
e forse sarà perchè i nostri ragazzi e ragazze in questi due anni di pandemia hanno dovuto
crescere in fretta, affrontando regole, obblighi e prescrizioni non più genericamente, ma per
la protezione e la cura dei propri cari e di sè stessi, ma ci troviamo di fronte domande
consapevoli, informate, spaventate, ma non bloccate dal panico
Non hanno bisogno di consolazione o particolare protezione: vogliono verità, e per quanto
è possibile, certezze, almeno per quanto riguarda l'informazione
Sta a noi, che siamo in grande parte figli spaventati, richiamare alla memoria personale
quello che fu memoria collettiva, quando la metà degli anni 80 (nel momento in cui sono stati
gettati molti semi delle piante velenose che oggi assediano il mondo) ci vedeva in piazza a
chiedere pace, disarmo, e futuro, e ci trovammo improvvisamente impediti a mangiare
insalata, bere latte, e non capivamo, se non dagli sguardi preoccupati dei grandi, cosa
impedisse la nostra normalità
quel fantasma, quel pericolo, somiglia al fantasma che ci opprime da due anni, e per questo
ci sembrano più inquietanti: non li vediamo, non possiamo affrontarli fisicamente, ma con
l'assenza, con la separazione; questo non significa che non possiamo affrontarli uniti, perchè
abbiamo bisogno di tutta la nostra volontà in modo che in quanto collettiva, superi, come è
sempre stato, la volontà di quei pochi che scambiano il potere momentaneo con il dominio
eterno
Il futuro, anche se ora sembra allontanarsi dietro una curva cieca, ci aspetta, curioso quanto
noi, ma non meno impaziente
Futuro e l'oggetto della comunicazione di oggi come ieri era la memoria della nostra scuola.
RispondiEliminaNon mi ricordo come mi sentivo negli occhi tuoi o figlio mio.
Ma mi ricordo come mi guardavo negli occhi di mio padre .
Il dolore della morte assassina del fratello fu il mio risveglio . Il suo morire alla vista della pozza di sangue freddo divenne il mio occhio dove scomparso al fuoco di uno sparo fu l'occhio di suo fratello .
La famiglia è sempre lo specchio di chi vuole essere diverso dal riflesso . Ero una studentessa e nella prima umiliazione a scuola scoprii la verità e la volontà della pace . Antonella Galano