“Gargiulo, ci sei? Accendi la telecamera! Su, ragazzi, che
dobbiamo andare avanti con il programma! Prendete il libro, a pagina 38, e
imparate la definizione a memoria…”
Che dite, vi sembra accattivante o interessante, non vi sembra
che un ragazzino, già esaurito di suo da tanti giorni (quando non mesi…) di
confinamento, possa trovare del tutto noioso questo tran tran?
E avete perfettamente
ragione, perché oltretutto, le maestrine del programma, i teorici del “leggere,
scrivere e fare di conto” non solo sono retrogradi, ma sono proprio fuorilegge,
per dire così.
Le Indicazioni nazionali per il curricolo (cioè le regole alle quali, fatta salva la sacrosanta libertà di insegnamento, ci dovremmo tutte e tutti attenere nel nostro agire quotidiano) infatti, parlano da tempo ormai, di didattica per competenze, e non più (se mai lo hanno fatto) di didattica per nozioni
Siamo immersi fino al collo e oltre nella didattica a
distanza, e la diatriba continua ad essere: didattica a distanza versus
didattica in presenza, ovvero: questa (la didattica a distanza) non è scuola,
quando torneremo in presenza faremo la vera scuola.
Noi invece, troviamo che la vera lotta sia tra una didattica
adeguata, e una didattica adagiata….
Intendiamoci subito: non pensiamo per nulla che la didattica
a distanza sia il futuro della scuola, ma se c’è un fatto che ha costretto al
di là delle volontà ad adeguarsi alla conoscenza o almeno ad annusare quello
che esiste nel mondo digitale, allora questa dannazione di pandemia non ha
fatto solo danni…
La didattica a distanza è il meglio che in questo momento
molti di noi hanno per le mani, e quindi l’intento è di rendere quanto più
appetibile possibile lo strumento digitale, perché di strumento si tratta.
Se la tecnologia ci è funzionale, in questo momento, ad
arrivare nelle case dei nostri ragazzi, ad agganciarli ad una realtà sempre più
precaria, incerta, a creare “legami” seppur attraverso lo schermo, allora ben
venga.
Se per didattica intendiamo quella parte della pedagogia che
ha per oggetto l’insegnamento e i suoi metodi, allora è proprio questo il momento
di prendere al volo l’opportunità di poter veicolare i contenuti, usando
strumenti vicini ai ragazzi, che fosse pure usare Tik-tok, instagram etc
Sapete qual è la proposta sfidante? usare i loro segni per
veicolare significati, avvicinarli alla conoscenza, senza che nemmeno se ne
accorgano..
Un’esperienza significativa vissuta nelle nostre classi è
stata quella di immaginare una passeggiata virtuale nel mondo di Leopardi,
creando un video-racconto indirizzato ai propri coetanei che mettesse in
evidenza l’aspetto umano, terreno e non solo il genio del poeta
L’incipit è stata la visione di questo video meraviglioso perché
anche per noi in questo momento
“ al tempo della forza è sopraggiunto quello della fragilità”
cit.
Un articolo splendido, capace di accendere una luce sulle reali criticità della didattica al tempo del covid e non solo; l'unica fragilità che la scuola non può e non deve concedersi...quella di ormeggiare nel porto sicuro delle sue certezze, piuttosto che tentare di navigare il mare aperto del 'forse'. Grazie a voi due per esserci da faro!
RispondiEliminagrazie a te, Lisa!!!
RispondiElimina