Sono trascorse due settimane dall’ inizio della scuola e
anche se viviamo in un contesto surreale, nel quale mascherine, distanziamento,
disinfettante sembrano essere protagonisti, viviamo l’esatto contrario di
quello che una scuola era e cioè rumorosa, allegra in cui lo stare vicini era
parte del gioco.
Col passare dei giorni, e il crescere dei contagi, la
sensazione per chi sta nelle scuole, è sempre più simile a quella di stare in
una fortezza Bastiani, in attesa di un nemico, per lo più invisibile per
natura.
Le incertezze sono continue e tutto quello che era scontato,
immediato adesso non lo è, ma passa attraverso procedure incredibili che vanno
dalla igienizzazione delle mani (per qualsiasi accidenti) alla misura della temperatura
con isolamento per lieve malore, a dichiarazioni, autocertificazioni in caso di
assenza.
E noi adulti come ci sentiamo? Come stiamo vivendo tutto
questo? Abbiamo paura? Certo che ne abbiamo
Come facciamo ad essere bussole capaci di orientare,
accompagnare, andare nella direzione giusta, nonostante la paura, l’incertezza
e diciamola tutta, l’enorme senso di solitudine che sentiamo a volte morderci
dentro?
Sicuramente non ci sono risposte che vadano bene per tutti,
nella nostra personale esperienza crediamo però che fare gruppo, avere un’idea
da portare avanti, a cui a volte aggrapparsi insieme, possa far bene, a noi e
ai nostri ragazzi.
Per questo parlare di Comunità educante è in questo momento
fondamentale, perché in ogni scuola di fronte alle difficoltà si tende a fare
gruppo, cercando di fare della buona volontà il senso del proprio agire
quotidiano.
Non importa in quanti si cominci, l’importante è che qualcuno abbia il coraggio di condividere anche le proprie fragilità, le proprie paure mettendole “al centro” senza vergogna. Mai come in questo momento non dobbiamo far finta, in primis con noi stessi, di essere supereroi, ma dobbiamo partire INSIEME, cercando di aprirci oltre le mura asfittiche della scuola, cercano il buono e il bello che c’è in questa scuola strana, diversa, surreale ma che pur sempre scuola è, e per questo cercheremo di tenercela stretta.
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